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Cronaca & Attualità

Istigazione a delinquere: il gruppo musicale P38-La Gang indagato a Torino

Con i volti coperti da passamontagna, i quattro componenti facevano spesso riferimento alle Brigate Rosse e alla lotta armata.

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TORINO – Si sono autodefiniti “un collettivo musicale artistico insurrezionale”. Sono i membri del gruppo P38-La Gang, finiti sotto indagine e Torino per istigazione a delinquere. L’operazione dei carabinieri e della polizia di Stato è scattata questa mattina non solo nel capoluogo torinese, ma anche a Bologna, Bergamo e Nuoro, dove sono state effettuate delle perquisizioni.

Perquisizioni in cui è stato sequestrato materiale informatico utile alla prosecuzione delle indagini.

Quattro elementi coperti da passamontagna

La band musicale era composta da quattro elementi la cui identità è sempre stata nascosta dai passamontagna bianchi indossati nei videoclip e durante le performance sul palco. Anche i nomi sono d’arte: Astore, Papà Dimitri, Yung Stalin e Jimmy Penthotal.

Il richiamo alle Brigate Rosse

Nascosti i volti, abbastanza evidente invece la simbologia che li accompagnava nei concerti: la Renault 4 rossa in cui venne trovato il cadavere di Aldo Moro e la stella a cinque punte asimmetrica contenuta in un cerchio. Ci vuole poco per far tornare alla memoria le Brigate Rosse degli anni di piombo.

Da cui l’ironia di alcuni commenti sui social. Uno su tutti: “A nulla è valso tentar di apparire insospettabili”.

Si erano sciolti a giugno

In realtà, nel giugno scorso avevano annunciato il loro scioglimento dopo l’avvio di un’indagine per apologia di reato. Un’accusa scaturita dalla lettura dei testi di alcune canzoni, sempre con riferimenti chiari alle Brigate Rosse o all’estrema sinistra combattente. Come “Renault”, “Nuove BR”, “Giovane Stalin” e “Ghiaccio Siberia”.

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