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Politica

Giuseppe Conte a Torino per difendere il reddito di cittadinanza. Ed è bufera

L’ex premier accusa il governo: mette in ginocchio migliaia di famiglie. La replica: l’avvocato sta solo soffiando sul fuoco dell’odio.

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TORINO – E’ bufera politica sull’uscita torinese dell’ex premier Giuseppe Conte, oggi leader del Movimento 5Stelle, in tour per l’Italia in difesa del reddito di cittadinanza. L’avvocato si è presentato in piazzale Ferruccio Parri dopo la visita agli asili notturni Umberto I. Numerosi i percettori di reddito che si sono radunati chiedendo ascolto e azioni a difesa di questa misura sociale.

«Chi ogni giorno affronta e combatte la povertà in prima persona – spiega Conte – conferma che tagliare il reddito di cittadinanza vuol dire abbandonare alla disperazione intere famiglie. Fra i percettori del reddito non ho incontrato scansafatiche o “divanisti” ma persone che faticano a trovare lavoro e quando lo trovano hanno stipendi molto bassi, per cui il Reddito diventa vitale come integrazione al salario per poter andare avanti. Non voltiamo le spalle a queste persone».

“Accuse insensate, Conte soffia sul fuoco dell’odio”

«Nella sua sfilata torinese, Conte parla di un Governo “intento a smantellare il reddito di cittadinanza” e di “mondo sottosopra”: non solo soffia sulla cenere dell’odio, ma mistifica la realtà e sobilla i percettori del rdc per tornaconto politico». Così replica Paola Ambrogio, senatrice di Fratelli d’Italia e consigliere comunale di Torino, che aggiunge: «Conte sa benissimo che il reddito di cittadinanza non verrà smantellato, ma profondamente riformato: l’obiettivo è quello di far emergere, tra i percettori, coloro che, previo percorso formativo dedicato, potranno essere reimmessi, a spese dello Stato, nel mondo del lavoro.

Questo al netto dell’assistenza nei confronti di chi non è in grado di lavorare, come gli anziani, i disabili o le famiglie senza reddito con minori a carico, che verrà invece confermata e rafforzata. Ritengo poi che il vero ‘mondo sottosopra’ sia quello in cui un 27enne di Siracusa, abile e arruolabile al lavoro, arrivi a minacciare il Premier e i suoi familiari, nel timore di perdere il sussidio garantito».

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