18 maggio 2024
Aggiornato 18:00
All'Itis di Moncalieri

Merendine sottobanco a scuola, la verità: «Mio figlio guadagnava 200 euro a settimana»

Un servizio del programma televisivo Le Iene ha portato a galla una verità che fino a oggi non si sapeva. Il ragazzo è stato sospeso due volte per la vicenda delle merendine

TORINO - La vicenda dello studente dell'Itis Pininfarina di Moncalieri che da oltre un anno vendeva merendine sottobanco ai compagni di scuola ha rapidamente fatto il giro d’Italia, tanto da arrivare anche alla redazione de Le Iene. I giornalisti del programma televisivo sono andati a trovare a casa lo studente minorenne e, in compagnia anche del padre, hanno fatto una lunga chiacchierata in cui è emersa una verità che fino a oggi nessuno sapeva. «Mio figlio non guadagnava 100 euro al mese, ai giornali abbiamo dovuto dire questo», ha detto il padre del ragazzo ignaro di essere ripreso, «faceva quasi 200 euro a settimana, circa 8mila euro all’anno». Un vero e proprio lavoro, con tanto di strategia «imprenditoriale» e ricerca dei migliori prezzi nei diversi supermercati della zona. «L’anno scorso andava a scuola con uno zaino», racconta ancora il genitore, «quest’anno con l’incremento del marketing con due zaini e con il giubbotto tutto imbottito».

Nascosto dietro la macchinetta per i nuovi clienti
Che il giovane studente non lasciasse nulla al caso e che studiasse tutto nei minimi particolari (con ottimi risultati) non ci piove. E sul «come» facesse a reclutare i clienti e sul «dove» vendesse, lo racconta lui stesso: «Mi nascondevo dietro le macchinette e quando vedevo un ragazzo che digitava gli dicevo ‘ehi amico, da me puoi prendere lo stesso prodotto a un prezzo più basso’ e quelli svegli compravano da me», e sulla vendita dice che il luogo prediletto era il bagno, luogo presidiato da vedette sue amiche e dove però un professore un giorno lo ha beccato mentre vendeva merendine.

Il futuro del «merenderos»
Più che «spacciatore di merendine», lo studente dell’Itis Pininfarina preferisce il soprannome di «merenderos». Sogna di aprire un suo locale, magari una piadineria, e ascoltando i consigli del padre potrebbe realizzare il suo desiderio andando all’estero. Ma il presente lo vede ancora tra i banchi di scuola intento a finire la stessa classe frequentata lo scorso anno quando, anche a causa della sospensione per il commercio di merendine, venne bocciato. Il rischio è quello che si assista a un dejavù, cosa che il preside e i professori non vorrebbero assolutamente. Ciononostante il consiglio di classe a inizio mese lo ha nuovamente sospeso per 15 giorni vista la recidività del suo comportamento. «Il ragazzo ha sicuramente una vena imprenditoriale», dice il preside, «ma noi dobbiamo cercare di ricondurlo nella direzione giusta».